Un secolo dopo la prima Festa della Donna, le iniziative governative ed internazionali non sono ancora riuscite a garantire alle donne parità ed equità in ambito professionale. Quali sono le nuove proposte e prospettive?

A cento anni dalla prima celebrazione della Festa della Donna, l’uguaglianza di genere è ancora ben lontana dal realizzarsi. Dalla 76a alla 63a posizione dopo un anno di pandemia, questo è il posizionamento dell’Italia nel Global gender gap 2021 stilato dal World Economic Forum, e i meriti non sono certo da attribuire alla partecipazione economica, sfera nella quale restiamo agli ultimi posti tra i Paesi dell’Europa occidentale, anche a causa della pandemia.
Infatti, sebbene i dati emersi dalla ricerca “Diversity & Inclusion 2020”, realizzata dalla Italian Insurtech Association, mostrino che il 48% degli impiegati aziendali sono donne, queste raramente riescono a superare la barriera invisibile, lasciando le posizioni dirigenziali agli uomini in 7 casi su 10.
Eppure, il giusto bilanciamento tra i sessi nelle imprese apporta numerosi e concreti vantaggi: infatti è stato provato che la presenza femminile nei team influenza positivamente l’andamento dell’azienda creando benessere e potenziando il business, l’employee engagement e la sicurezza sul posto di lavoro (Gender Balance realizzato dal Gruppo Sodexo, 2018).
Alla base di questi numeri vi è probabilmente la distanza tra le donne e le discipline STEM, ormai le più richieste dal mercato del lavoro. L’Osservatorio Talents Venture (in seno al progetto STEAMiamoci di Assolombarda) ha riscontrato che solo il 37% degli iscritti alle facoltà di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica sono donne, evidenziando però un aumento costante di questo numero di anno in anno.
L’accelerazione sul fronte dell’occupazione femminile è un tema fondamentale per la crescita economica e sociale del Paese ed è diventato uno dei programmi principali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’obiettivo per il triennio 2024-2026 è di arrivare a un incremento del lavoro delle donne del 4% con programmi che vanno dalla promozione dell’imprenditoria femminile, come il “Fondo impresa donna”, all’incentivo delle assunzioni femminile nelle Pubbliche Amministrazioni e di ricercatrici attraverso la promozione di Protocolli specifici con gli ordini professionali, le Università e i consulenti del lavoro.
Dal Trattato di Roma del 1957 l’Unione Europea ha stabilito il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro: con l’istituzione del Fondo Sociale Europeo che offre alle donne nuove opportunità attraverso l’accesso a finanziamenti, all’assistenza personalizzata o alla consulenza per l’avviamento di imprese sono stati avviati numerosi progetti volti a sensibilizzare e combattere la discriminazione sul posto di lavoro. In particolare negli ultimi anni sono stati lanciati l’European Network for Women in Digital in collaborazione con 20 aziende tecnologiche che si sono impegnate ad offrire una cultura digitale e un ambiente di lavoro inclusivi ed equilibrati dal punto di vista gender e il Programma Orizzonte 2020, nato con l’obiettivo di colmare i divari di genere nella ricerca e nell’innovazione offrendo ogni anno un riconoscimento per le “donne innovatrici”. Infine, la Commissione Europea ha approvato la Legge di Bilancio 2021(L. 178/20) con la quale l’Italia ha introdotto un esonero contributivo per le assunzioni di donne “svantaggiate” nel biennio 2021-2022.

Riferimenti:
“Global gender gap 2021”, World Economic Forum
“Donne e STEM: un divario da colmare”, Silvia Fanzecco , https://shetechitaly.org/2020/12/11/donne-e-stem-un-divario-da-colmare/
https://op.europa.eu/webpub/com/factsheets/women/it/